Recuperata un po' di lucidità, smaltita l'ennesima amarezza, a mente fredda provo a raccapezzarmi su quello che sta succedendo. Certamente non era ieri che doveva iniziare la "rincorsa" del Catania. Perdere a Torino ci sta. Quello che non deve starci, per niente al mondo, è la rassegnazione, da parte di nessuno. Cantarutti ha evocato lo spettro del 1983: ecco, quello lì fa venire gli incubi.
Con tutte le attenuanti possibili date dagli infortuni, non mi è piaciuto come abbiamo subito il 3° e il 4° goal: da squadra rassegnata. De Canio, se ne è capace, deve fare un gran lavoro mentale, deve fare presto e deve fare di necessità (gli infortuni) virtù. Lo staff dei preparatori deve dare corsa e agilità per i 90 minuti. Facile a dirsi, qualcluno dirà, per chi scrive in un forum. Ma questo è il loro lavoro, quello per cui sono pagati, e dev'essere fatto bene. Il Catania da quando è nelle mani di Pulvirenti ha sempre fatto del lavoro (e non dei sogni o delle speranze) la propria "religione". E in Società c'é sempre stato qualcuno che, quotidianamente, lo ha ricordato a tutti dall'addetto alla portineria al campione. A noi il compito di stringerci attorno alla squadra fin dal rientro da questo mini ciclo di trasferte. Dopo la partita del San Paolo inizierà il vero campionato del Catania.