Credo che i tempi siano maturi per fare una sana e obiettiva riflessione sui quest'ultimo sessantennio, che, alla fine, ha portato ad una disunità della Nazione (mi piace ancora scriverla maiuscolo!) che, come uno dei tanti effetti, ha portato al disprezzo verso il Sud, e come derviato alla diffusa indifferenza per la tragedia di Messina.
Come acese che ha girato tantissimo sono sempre morto di dolore a venire "dalla quieta" Acireale, dal "Piacere del Sud", dal "posto tranquillo", e nondimeno essere senza tanti complimenti accomunato all'inferno che si presuppone sempre presente nel Sud, dimenticando tutto il resto. Ma tant'è.
Io sono convinto che Acireale si sia salvata fintanto è stata una città sufficientemente "antidemocratica", impenetrabile all'esterno e dominata da un'aristocrazia "pigra ma illuminata" (lo scrive Nino Milazzo in un libro che vi invito a leggere: un italiano di Sicilia"), che governava senza brillanti spunti, ma con senso del dovere, nell'interesse comune e con sguardo paternamente amichevole verso un popolo laborioso e timorato di Dio. Poi sono venuti i "giovani turchi", figli del popolo stesso (gli Aleppo e compagnia bella), ed è stata la valle anche da noi. Forse non siamo crollati (ci siamo solo catanesizzati), ma certo non ci sentiamo tanto bene. Forse era inevitabile, forse no. Non lo so. D'altronde una volta si diceva che in Sicilia, se crolla Acireale, crolla ogni speranza.
Non voglio essere così pessimista ma -ed è qui che voglio arrivare - non c'è dubbio che alla Sicilia e al Sud in genere abbia nociuto, più di ogni altra cosa, proprio la democrazia, e credo che Templare mi darà ragione (d'altronde non si può negare che l'unico regime che ha davvero combattuto la Mafia e che voleva trasformare l'Italia in una vera nazione, Sud compreso, è stato proprio il fascismo).
Penso che le democrazie non funzionino mai davvero bene (la Gran Bretagna è un'aristocrazia camuffata da democrazia: non ci sarà mai un premier working class, e già la Thatcher faceva storcere il naso a molti), ma posti come i nostri, con un grande distacco sociale, morale e comportamentale tra le classi superiori e quelle inferiori sono quanto di più inadatto a un sistema democratico. Sarà politicamente scorrettissimo dirlo, ma è così.
Forza Acireale