Autore Topic: Con i Mussi n'astuiamu 'u mussu  (Letto 1060 volte)

Offline Marco Tullio

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  • La continuità nella discontinuità
Con i Mussi n'astuiamu 'u mussu
« il: 15 Gennaio 2007, 10:17:15 pm »
Casorezzo (MI), 15 Gennaio 2006
Cari forensi,
 la partita di ieri è stata per molti versi traumatica, forse la possiamo definire la prima vera sconfitta perché le altre sono venute con squadre realisticamente ancora fuori dalla nostra portata. Ieri avevamo di fronte una formazione abbordabile, sicuramente non trascendentale. Marino aveva affermato tempo addietro che, se si fosse vinto contro il Chievo, la salvezza sarebbe stata praticamente sicura: ebbene, dobbiamo constatare che questo discorso è ancora aperto e il Catania è ben lungi dall’essere salvo. Bisogna che Pulvirenti e Lo Monaco lo tengano presente, perché la rosa è completa, ma non offre valide alternative qualora qualcuno dei titolari sia indisponibile, come è successo ieri: inutile crocifiggere Sardo o Izco o chissà chi altro. Ieri si è persa una ghiotta occasione per tenere distante una potenziale concorrente per l’obiettivo stagionale primario.
 Anch’io era sugli spalti del Bentegodi: sono arrivato in treno a Verona e mi sono recato, insieme con due volti noti del tifo catanese di Lombardia, Luca Z. e Armando, in una rosticceria al centro, in cui è possibile consumare specialità siciliane di tavola calda (glisserei sull’arancino, mentre la cartocciata era passabile): là c’era l’appuntamento degli Old Elephants e con le due anime pie che hanno procurato i biglietti, ovvero Nico da Verona e Aldo da Como. Quindi tutti in macchina fino allo stadio. Dentro abbiamo appurato come il tifo locale fosse inconsistente, anche se la situazione non mi è parsa così drammatica come mi sarei immaginato. Tuttavia il tifo rossazzurro, in curva, ma non solo, è stato spettacolare tra canti, inni e slogan: purtroppo, ci sono stati anche i soliti petardi, destinati a incrementare il numero delle multe inflitte alla nostra società. Non riesco a capacitarmi di tanta ottusità. Sarebbe superfluo parlare in dettaglio della partita: peccato per le due occasioni iniziali sciupate, ma bisogna ammettere che poi si è lasciato eccessivo spazio alla manovra degli altri. Il vantaggio, con il senno del poi, forse si è rivelato uno svantaggio, perché la squadra, al rientro in campo, si è dimostrata incapace di saperlo gestire. Ho visto troppi palloni spazzati via e poco gioco da parte dei nostri pedatori, finché non si è verificato ciò che si temeva. Il rigore? Dalla curva non è sembrato che ci fosse, ma altri, che hanno assistito all’incontro dalla tribuna, erano di altro parere: ciò che è sicuro è che l’azione del Chievo andava interrotta prima. Le sostituzioni sono state tardive e, a quel punto, poco incisive. Non c’è stato niente da fare.
 Fuori dallo stadio la delusione era molto evidente, ma devo dare atto alla maggior parte dei componenti degli Old Elephants di avere una voglia di scherzare e ridere veramente invidiabile. Tutti erano dediti alla seguente discussione: chi tra i trasfertisti presenti fosse il più menagramo. Molti, più per celia che per convinzione, indicavano in Santo da Pesaro, peraltro omaggiato dal club di una maglietta con le firme dei giocatori del Catania, il colpevole dei pochi punti ottenuti nelle trasferte in cui è stato possibile seguire la squadra nell’Italia centro-settentrionale. Io devo confessare che durante l’intervallo ho pensato all’unica trasferta, prima di ieri, ahimè!, in cui il Catania, in vantaggio nel primo tempo, aveva perso poi alla fine per 2-1, cioè Livorno-Catania dell’11 gennaio 2003, esattamente quattro anni fa. Tra tanta allegria mi sentivo un po’ a disagio, perché ero assalito dai soliti fantasmi, dalla paura che si mandi alle ortiche la possibilità di guadagnare un altro anno di serie A per la stagione 2007/2008. E dire che, nonostante tutto, siamo ancora quarti. A presto,
Marco Tullio
Nuovo Catania, nuovo nome