Comunque, alla luce della decisione del giudice sportivo, devo dire che nel calcio meglio essere furbi (vedi lanci dei palloni dalla panchina del Frosinone ad ogni azione del Palermo, dopo il gol dello stesso Frosinone) che passare per fessi.
Su questo ti do ragione, ma dov’è la novità? Qui a Birmingham, dopo la scomparsa del Palermo, seguo l’Aston Villa, sono abbonato nella Holte End, il settore più caldo dello stadio. Anche loro hanno difetti, sono tutt’altro che perfetti, ma avvenisse un decimo di quanto accaduto sul campo di quei perecottari ciociari se ne sarebbe parlato per giorni, a Londra non soltanto a Birmingham e ci sarebbero stati provvedimenti seri.
In Italia vige innanzitutto la mafia di settore, regola numero uno fare quadrato intorno all’arbitro pure se ha sbagliato tutto. Avrai letto gli interventi di Marelli e di Nicchi a tale proposito. L’arma per sistemare le cose si chiama referto arbitrale, che puoi correggere con calma ed integrare anche il giorno dopo la partita. Il conflitto di interessi (la storia politica italiana recente ne è massima testimonianza con Berlusconi re dei conflitti e anni di governi di pseudo sinistra che si sono ben guardati dall’ approvare un minimo di legge in proposito) o quanto meno l’opportunità di certe designazioni, sono poco più di un’opinione. Il regolamento poi è talvolta ridicolo. Vero è che i palloni in campo non hanno interrotto azioni importanti da gol del Palermo, ma anche qui si gira attorno al vero problema: come ai tempi di Calciopoli, in cui i vari De Santis e Bertini non si segnalavano per episodi eclatanti, tipo rigori o gol dati e non dati, ma per la condotta tenuta nei piccoli episodi, le punizioni a centrocampo, che non modificano nell’immediato il risultato, ma che fanno sì che un team si senta vessato ed inizi ad innervosirsi, con tutte le conseguenze, mentali, del caso, anche sabato si è assistito ad una condotta scientifica atta a favorire una squadra piuttosto che a garantire l’imparzialità.
Se inizio a buttare palloni in campo ed interrompo il gioco, dopo che l’altra squadra ha passato 90 minuti a picchiare impunemente, a simulare crampi per perdere tempo, ad allontanare la palla ogni volta che il gioco si fermava, ad aggredire l’arbitro dopo che questo ha concesso un rigore agli avversari, fino a fargli cambiare idea, ecco che allora quei vergognosi palloni in campo diventano bombe per le menti già offuscate di chi è in svantaggio e vede il tempo scorrere troppo velocemente.
Parlo in termini assoluti, sia chiaro, perché di quella pseudo squadra che usurpa i nostri colori e la nostra denominazione non me ne può fregare di meno, ma se dobbiamo analizzare lo schifo del mondo del calcio (di cui Zamparini costituisce sostanziosa parte), allora onestà vuole che si dica come stanno le cose: un orrendo teatrino in cui il pallone costituisce elemento minore e non sempre decisivo.
A fronte praecipitium, a tergo lupi ovvero dove ci giriamo giriamo fra porcherie di casa nostra e porcherie del sistema, seguire ancora il calcio in Italia è diventato qualcosa di equivalente al cilicio e alla fustigazione dei Francescani di 1000 anni fa.
Buona giornata.