mi spiegate, cortesemente, come è possibile che una società che ha un monte ingaggi poco superiore ai 18 milioni di euro (dato riportati al lordo dalla gazzetta dello sport) e che ha sempre sostenuto che la costruzione del centro sportivo non va ad intaccare il bilancio societario societario arrivi a sostenere costi per oltre 41 milioni di euro ?
quali sono questi costi ?
a me non risulta proprio.
il saldo finale è molto più positivo di quello che pensate.
a) costi di vendita/dei materiali: costi per l’equipaggiamento tecnico, le spese mediche, la ristorazione, ecc.;
b) prestazioni a favore del personale: s’intendono tutti i dipendenti, non solo i calciatori ma anche gli amministratori, e vi sono inclusi non solo gli stipendi ma anche tutti i vantaggi non monetari (i benefit come l’auto sociale o le convenzioni per gli acquisti agevolati dei dipendenti) concessi anche dopo la scadenza del contratto, nonché le varie indennità di fine rapporto o i pagamenti tramite azioni proprie del club;
c) costi di sfruttamento: dell’attività sportiva, vedi le spese legate all’organizzazione delle gare (tipo l’affitto dello stadio) ma anche tutte le spese legate alle operazioni non direttamente calcistiche (come tasse ed imposte varie);
d) ammortamenti/perdite di valore relativi all’acquisto dei giocatori e perdite legate alla loro cessione: gli ammortamenti sono la quota parte del costo d’acquisto totale del giocatore che grava su un singolo esercizio; le perdite di valore sono i deprezzamenti del costo d’acquisto ulteriori agli ammortamenti (si pensi ad un giocatore gravemente infortunato); le perdite legate alla cessione di giocatori sono leminusvalenze, per la cui spiegazione si rimanda alla voce plusvalenze dei ricavi determinanti;
e) carichi finanziari e dividendi: oltre agli interessi per i vari prestiti, mutui o scoperti bancari, sono compresi anche i dividenti (quota parte dell’utile di esercizio) distribuiti ai soci, anche se la voce dovesse figurare (come per la contabilità italiana) nello stato patrimoniale. La cosa può sorprendere, ma non eccessivamente: l’UEFA vuole premiare quei club che riescono a “reggersi da soli”, ovvero capaci di generare utili da reinvestire nel club stesso (il cosiddetto autofinanziamento). Chiaramente se tali utili sono dati ai soci, non possono più essere investiti nell’attività sociale. Questo è un punto che, a titolo personale, è passato inosservato e che potrebbe creare più di un problema ai club quotati in borsa;
f) spese provenienti da transazioni colle parti legate al club: come per i relativi ricavi, i costi derivanti da queste operazioni sono considerati al maggior valore fra quello di mercato e quello effettivo.
Tuttavia, come per i ricavi, se eventualmente compresi nelle predette voci, devono essere escluse dai costi determinanti, operando gli opportuni aggiustamenti, le seguenti poste:
g) spese relative allo sviluppo del settore giovanile: il club per godere di tale vantaggio deve però contabilizzare separatamente i costi del settore giovanile da tutti gli altri. Inoltre certe spese non rientrano a prescindere in tale agevolazione: per esempio, fra i costi determinanti vi saranno sempre le spese per il reclutamento, le commissioni pagate per il tesseramento dei giovani ai loro agenti o ad altro club ed i costi del personale impiegato solo parzialmente nel settore giovanile.
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