Come si fa a dire che Sinisa si è messo a bussare a tutte le porte pur di non restare a Catania?
Si fa!, si fa!! Saranno solo tre o quattro ma... il è!
All'amico Sergio ...che in ossequio alla sua proverbiale coerenza secondo la quale a Palermo non ci si occupa del Catania
Ti posso assicurare che io sono una rarissima eccezione. Mettici poi che da qui ad agosto la strada è ancora lunga... ma di chi amu a parrari?? E mica è colpa mia se siete una provinciale ma fati chiù scruscio da Juventus
Come si fa a dire che la lettera di Mihajlovic è ipocrita!?
Come? E vabbè dai,... chiosiamoci sopra.
Dunque: era una giornata ridente e gioiosa e la squadra rossazzurra festeggiava l’acquisita salvezza. Tutti, dall’Imperatore Lo Monaco fino all’ultimo dei magazzinieri, si rallegravano dell’immane pericolo scampato. Sinisa indubbiamente era tra i più festeggiati, tra i più coccolati, in virtù degli ampi meriti che gli andavano riconosciuti per l’ardua impresa riuscita. La squadra tutta era riunita in un clima festante e di armonia, nessuno lesinava strette di mano e abbracci, i sorrisi a 32 denti non si riusciva più a contarli ed in più, numerose piovevano le pacche sulle spalle di Sinisa per l’eroica barricata predisposta ad eventuali avances di Zamparini.
Un si sa mai!
Nel momento culminante della festa, immerso in un tripudio di urrà, di applausi, di felicitazioni, champagne che scorreva a fiumi, coriandoli e cotillon, la curva a forma a cunetta del labbro di Sinisa, in un milionesimo di secondo diventò a forma di dosso, perchè improvvisamente assalito da un amletico quanto increscioso dubbio: “resto? O minni vaiu? Resto o minni vaiu?”
Fatto sta che, giù di li, finito appena di sfogliare la margherita, Sinisa fu colto da un inspiegabile quanto irrefrenabile voglia di andarsene.
Dice la lettera: “a mia richiesta”. Quindi, cosa è accaduto? Sinisa, in preda ai tumulti emotivi destati dall’alto senso di riconoscenza da un lato
e dalle sirene dell’euro dall’altro (capisci a me)
, fatto il paro e sparo tra l’enorme impulso in positivo che avrebbe potuto avere la sua carriera se fosse rimasto o meno, avanzò la sua richiesta all’Imperatore: “minnegghiri!”
L’Imperatore Lo Monaco, per nulla sorpreso dall’inaspettata richiesta, per nulla sconvolto, quasi presago di un destino inoppugnabile che vuole che in casa rossazzurra i migliori siano i primi ad andarsene,
guardò negli occhi colui al quale aveva tolto l’anonimato e la cronica disoccupazione in cui versava e gli disse: "Vai pure tranquillo per la tua strada, Catania non è un autobus ma un tandem.
C’è posto solo per due: io e me cumpari Ninuzzu. Nessuno può avere meriti al di sopra di noi".
Sinisa oppose un timido ostacolo. “Sua santità, ma… i tifosi? Che diranno?”
“A quelli ci penso io” obiettò l’Imperatore. “Ho la stampa in pugno.”