Ormai questi giocatoricchi hanno dimostrato tutto il peggio possibile. Se all'inizio di gennaio avevano la scusante della condizione atletica dell'affiatamento ancora da consolidare, alla fine di aprile non ci sono più scusanti. Quale sia la verità di queste prestazioni disastrose del Catania lo sanno gli addetti ai lavori interni, i dirigenti, sempre che siano in grado di comprenderla.
Guardando una partita come quella di ieri ci si chiede subito perché i giocatori del Catania sono fermi al cospetto degli avversari che sembrano due volte più veloci? A ben vedere i giocatori del Catania corrono male, corrono ognuno per conto proprio senza aiutare i compagni, con un evidente scollamento tra reparti. Non ci sono movimenti di squadra, non vanno a coprire i compagni, non si smarcano per aiutare lo scarico della palla. Sembra che non ci sia quella che il Presidentissimo chiamava "amalgama": non c’è la squadra.
Ma questi qui si parlano tra di loro? Hanno costruito dei buoni rapporti personali in questi mesi che sono stati a Catania? E qui entra in gioco il ruolo della società e dell’allenatore. Cos’hanno fatto per favorire la costruzione della squadra? Questo è un processo che parte innanzitutto dalla società e poi continua con l’allenatore il quale ha un ruolo decisivo in ciò. Ho rispetto per Zeoli, per il suo spirito di servizio, per il suo attaccamento al Catania, ma non era certo lui che poteva prendere questo treno in piena corsa campionato e trasformare un elenco di nomi in una squadra; per tanti motivi che non sto qui ad elencare.
La responsabilità più grande è quindi dei dirigenti, di Grella e dei suoi stretti collaboratori, che dopo la prima parte del campionato andata male con Tabbiani, per inesperienza o per incapacità di imparare dai loro errori hanno pensato bene di licenziare il Direttore sportivo Laneri, che forse non era una cima ma era l’unico con l’esperienza necessaria per poter rimediare anche ai propri errori. A completamento dell’opera, hanno dato a Lucarelli un ruolo di allenatore manager all’inglese che poco riesce a conciliare gli interessi dei giocatori (la visibilità in primo luogo, specie quando vengono a Catania con credenziali e stipendi da categoria superiore) con la costruzione “umana” della squadra.
Speriamo che nell’ultimo atto di questa stagione (perché anche per me la salvezza diretta è l’unico obiettivo a cui il Catania può ambire) ritrovino tutti un po’ di orgoglio e sappiano essere squadra al cospetto di un Benevento che non regalerà nulla.
Da lunedì prossimo si dovrà aprire una profonda riflessione (in primis della proprietà) sulla competenza di chi dirige il Catania e sulla definizione netta dei ruoli nel futuro assetto dirigenziale che a quanto pare prevedrà di nuovo un Direttore Sportivo.