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« Ultimo post da vasco il 26 Settembre 2023, 02:12:50 pm »
Il Catania, a mio parere, al momento è vittima dell’illusione del “giochismo”. Vale a dire quell’idea secondo cui se giochi bene i risultati arrivano come naturale conseguenza.
L’altro giorno mi è capitato di vedere in tv una partita della squadra allenata dal re dei giochisti, Pep Guardiola; ebbene, la sua squadra vinceva due a zero in dieci contro undici perché aveva subito un’espulsione, giocando in 9 dietro la linea del pallone, ripartendo quando possibile in rapidi contropiede. L’avversario, a sua volta, giocava un ottimo calcio corale, con inserimenti sulle fasce, continui cambi del fronte di gioco, corsa e movimento senza sosta: ma non è riuscito a segnare. Grazie alla tattica del “catenaccio” la squadra del "giochista" Guardiola ha vinto due a zero.
Tutto ciò per dire che non esistono formule assolute: le partite, secondo me, vanno interpretate servendosi di qualsiasi tattica (gjiochismo, attendismo, catenaccio ecc.) che permetta di colpire l’avversario dov’è più debole in quel momento dell’incontro. Ora, che il buon Tabbiani dichiari che “giocando così si perderanno poche partite”, suscita molti dubbi sulla capacità del tecnico di guidare la squadra alla vittoria del campionato.
Le due partite (Crotone e Foggia) che con un po' di fortuna in più si sarebbero potute vincere (almeno una) hanno avuto anche i loro aspetti positivi. Quella che conta però e la realtà di due sconfitte, per di più maturate in casa.
Fra gli aspetti positivi intravisti nelle sconfitte, innanzitutto va sottolineata la qualità dei giocatori, tecnicamente molto validi in tutti i reparti. Una volta per valutare una squadra si guardava all'ossatura centrale che nel Catania è formata da giocatori di livello alto: portiere, centrali di difesa, centrocampisti ed attaccante.
Qualche perplessità sorge riguardo alla punta centrale: all’ottimo Di Carmine (rivedo qui in positivo il giudizio che avevo espresso in un post precedente dove avanzavo qualche dubbio) non corrisponde un sostituto di valore. Non necessariamente un nome prestigioso: si poteva puntare su un giovane tecnicamente bravo e affamato di futuro (alla Moro, per rendere l’idea). Gli attuali giocatori alternativi a Di Carmine non sembrano avere queste caratteristiche.
Altro aspetto positivo è la personalità dei giocatori in rosa, disponibili e diligenti nell’applicare il gioco voluto dal tecnico. Anche se ciò non sembra supportato da una condizione atletica adeguata. Spero proprio che si tratti di una scelta adottata consapevolmente per portate la squadra in buone condizione al momento decisivo della stagione. Però In mancanza di piena forma i risultati dovrebbero avvivare dalla sapienza tattica e dalle giocate dei singoli calciatori.
Ma questo al momento non avviene e non credo che le aspettative della società siano soddisfatte; anche volendo considerare che le difficoltà iniziali saranno state messe in conto. Non era difficile infatti immaginare dei problemi quando si è scelto di ingaggiare 18 giocatori nuovi, per lo più arrivati a ritiro già iniziato (mi auguro per buone ragioni di mercato).
Aspettiamo le prossime partite e vediamo cosa succederà; ben sapendo che il primo tifoso del Catania, il Presidente Pelligra, come tutti i tifosi senza vittorie non si sta divertendo.