Unità d'Italia...concetto che a distanza di 150 anni è rimasto un ideale più che un fatto concreto.
Ma in quanto ideale e non elemento tangibile (dal punto di vista socio-economico) mi sento comunque legato al senso di appartenenza all'Italia, come patria, come terra madre allo stesso modo con cui mi sento orgoglioso di essere siciliano e catanese.
Perchè la verità non sta nelle bocche di quegli ignoranti che all'estero ci danno per corrotti e donnaioli o di quegli imbecilli che al di qua della frontiera ci dipingono ancora, a noi della Trinacria, con la lupara e la coppola.
Se l'Italia è dieci anni indietro rispetto all'Europa che conta e se la Sicilia è manifestamente diversa dal resto d'Italia, tutto ciò non sarà certamente colpa di quella massa di eroi silenziosi che dello studio, del lavoro e del sacrificio ne hanno fatto una ragion di vita.
Una vena di tristezza, di malinconia mi attraversa quando osservo quei chilometri e chilometri di raffinerie che tra Priolo ed Augusta in nome del lavoro, e dell'industrializzazione di una Sicilia "sottosviluppata" hanno portato nei decenni successivi, distruzione irreversibile dell'ambiente e malattie di ogni genere. Mi chiedo come poteva essere oggi quel tratto della sicilia orientale se la classe politica negli anni cinquanta non si fosse venduta ai gruppi industriali predominanti e avesse pensato alla tutela del territorio, del paesaggio. Magari oggi avremmo visto quaranta chilometri, dalla playa di Catania sino a Siracusa, con un susseguirsi di villaggi turistici, alberghi, ristoranti. E nell'entroterra delle floride aziende agricole che ottimizzavano con le moderne tecniche il raccolto di un terreno sano. Lavoro, lavoro, ricchezza per tutti, questo avrebbe significato un'ipotetica classe politica "cosciente". E parlo del solo tratto Catania -Siracusa. Tutta la nostra Sicilia, terra di bellezze di ogni genere, avrebbe potuto essere un paradiso di turismo, di agricoltura, di pesca, che avrebbe fatto invidia a tutt' Italia piuttosto che il contrario, come accade oggi,quando si osserva come altrove, in luoghi dove la natura è stata molto meno "generosa" (leggasi acque melmose della costa romagnola) si sono create delle vere e proprie catene di montaggio nel settore del divertimento, dove in soli tre mesi si può guadagnare quel tanto per vivere il resto dell'anno!!
Mi vien la nausea quando qualcuno a livello regionale ogni tanto butta la battuta di una Sicilia- stato indipendente, come se la nostra terra fosse stata vittima in questi 150 anni solo del governo centrale e non, principalmente, dei suoi stessi figli, che l'hanno stuprata e saccheggiata ogni qualvolta si sono seduti nelle poltrone regionali, provinciali e comunali.
Ma nonostante tutto non mi vergognerò mai di essere siciliano, nè italiano. Perchè sono convinto che l'oscurantismo socio-economico della Sicilia, come il degrado culturale dell'Italia siano solo dei cicli storici a cui farà seguito un periodo di rinascita e di ritorno agli splendori di un tempo.
ciao