Autore Topic: Catania, per non dimenticare..:-)  (Letto 2069 volte)

Offline bua

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Catania, per non dimenticare..:-)
« il: 12 Giugno 2006, 04:06:37 pm »
Ragazzi, scusate il narcisismo e la lunghezza di questo post, ma voglio postare un articolo per certi versi profetico che scissi un anno fa dopo le vicende giudiziarie di fine stagione (la versione completa è sul mio sito), giusto per non dimenticare quello che il Catania ha subito in passato.

Giustizia: il Catania vince ancora

[...] Sebbene, infatti, nessuno sia stato abbastanza attento da accorgersene, le ultime vicende di cronaca giudiziaria hanno confermato la legittimità delle battaglie combattute nel recente passato dal Catania e chiarito i confini fra giustizia ordinaria e giustizia sportiva.  

Andiamo con ordine. Il Catania nel 1993 fu estromesso dal proprio campionato di competenza, che allora era la Serie C1, e in prima istanza addirittura radiato dai quadri federali, per un ritardo nella regolarizzazione del proprio debito con il fisco, debito che in realtà il Catania era legittimato a dilazionare in virtù di una legge che prevedeva questo beneficio per le società operanti in zone colpite dal terremoto del 13 dicembre 1990 (terremoto che ebbe epicentro nel siracusano e causò molti danni e alcune vittime)
[...]Interpellato sulla questione dal Catania, il Tribunale Amministrativo Regionale di Catania (a quel tempo competente a decidere sulla questione) rilevò l’illegittimità del provvedimento di radiazione e dispose, come conseguenza, il reintegro della squadra in C1. La F.I.G.C. si rifiutò però di adempiere a quanto previsto dalla prima ordinanza, anche dopo che questa era stata trasformata in sentenza dal Consiglio di Stato di Palermo, che aveva confermato che la federazione non aveva il diritto di radiare il Catania. Tale sentenza, infatti, rispettosa (forse troppo) dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, aveva lasciato alla F.I.G.C. la possibilità di decidere in quale categoria reintegrare la compagine rossazzurra [...], così il Catania si ritrovò a dover ricominciare dal campionato di Eccellenza, diciamo così, per “gentile concessione” della federazione, perdendo l’intero parco giocatori e ritrovandosi con una tripla retrocessione sulle spalle. La vicenda suscitò scalpore e non mancarono interventi farneticanti di giornalisti di caratura nazionale che vollero interpretare l’iniziativa del Catania come un atto rivoluzionario e destabilizzante, alla stregua di un ricorso ad un giudice ordinario contro il provvedimento preso da un arbitro durante una partita di calcio.

Quest’anno, a distanza di 12 anni da quell’estate da incubo per il Catania, un’altra società siciliana si è vista contestare lo stesso tipo di inadempimento. Si tratta del F.C. Messina, il cui presidente Franza ha regolarizzato l’accordo con la regione Sicilia per la rateizzazione del debito con il fisco della società dello stretto con alcuni giorni di ritardo rispetto ai termini imposti dalla federazione. Dopo tutti gradi di giudizio della giustizia sportiva, che avevano condannato il Messina ad essere estromesso dal campionato di Serie A, la società giallorosa si è rivolta al T.A.R.  del Lazio che ha confermato il giudizio espresso dal Consiglio di Stato di Palermo nel 1993 sul “caso-Catania”. La differenza sta nel fatto che stavolta la F.I.G.C. ha rispettato la decisione del tribunale amministrativo, tornando sui propri passi e reintegrando il Messina nel proprio campionato di appartenenza.

[...]Ma cos’è cambiato in questi 12 anni per chiarire definitivamente i rapporti fra giustizia amministrativa e giustizia sportiva, rapporti  che la trasformazione delle squadre di calcio in società per azioni aveva confuso?

È cambiata intanto la legislazione, che adesso attribuisce esplicitamente la competenza a decidere su questioni di carattere sportivo al T.A.R. del Lazio, ponendo il Consiglio di Stato come ultimo grado di giudizio in proposito. La cosa che più deve riempire di soddisfazione i tifosi rossazzurri è che anche questa chiarezza deriva da un’ulteriore battaglia legale condotta dal Catania nel 2003.
[...]Nel 2003, infatti, il Consiglio Federale decise arbitrariamente di modificare una decisione ormai inappellabile in quanto presa dalla C.A.F. (Commissione di Appello Federale), che aveva accordato al Catania una vittoria a tavolino contro il Siena in una gara che sul campo si era conclusa in pareggio. Quei tre punti trovati fortunosamente (i toscani avevano schierato nelle loro fila un giocatore giudicato squalificato nonostante avesse scontato il proprio turno di sospensione giocando nel torneo primavera) sarebbero stati decisivi per la squadra rossazzurra, allora malauguratamente impelagata nella lotta per evitare il ritorno in terza serie. La decisione, palesemente illegittima, del Consiglio Federale di riscrivere la classifica a tre giornate dal termine non solo apparve un attentato (proveniente paradossalmente dall’interno) alle regole stesse dell’ordinamento sportivo, ma addirittura assunse un’aria vagamente persecutoria nei confronti della società rossazzurra, allora in mano alla famiglia Gaucci. [...] Il campionato finì dunque con una classifica virtuale che vedeva il Catania salvo grazie alla vittoria sul Siena e una chiaramente illegittima, ma riconosciuta dalla federazione, in cui il Catania era condannato alla retrocessione proprio da quel pareggio interno. Anche allora il Catania si rivolse al T.A.R.  che non poté che rilevare l’abnorme vizio di forma che rendeva inammissibile il provvedimento del Consiglio Federale. Seguì una battaglia giudiziaria ancora più strenua di quella del 1993, con una sfilza di ricorsi senza precedenti che coinvolsero, in una sorta di effetto domino, un gran numero di società. Il tutto si risolse addirittura con l’intervento del governo nazionale, il quale varò una legge ad hoc che individuava definitivamente i diversi gradi di giudizio ammissibili in fatto di controversie sportive e disponeva nel contempo l’allargamento della Serie B a 24 squadre, risolvendo così la controversie ancora in corso e permettendo il regolare avvio della nuova stagione calcistica.

[...]
La nuova stagione dei ricorsi appena conclusa, pur confermando la grave situazione in cui versa il calcio italiano, deve essere dunque vista come un passo avanti rispetto al passato. Le burrascose vicende di questi anni, infatti, stanno lentamente riportando il calcio ad avere regole certe e applicate equamente, il che dovrebbe favorire, nel giro di pochi anni, il risanamento della situazione economica generale, sebbene al prezzo, altissimo, di penalizzare anche alcune società gloriose, prime fra tutte il Torino e il Napoli, ma restituendo loro, nello stesso tempo, delle solide basi dal punto di vista societario. In questo quadro generale il Catania può gustarsi silenziosamente l’agognato riconoscimento delle proprie vittorie giudiziarie, finalmente legittimate dall’evidenza dei fatti, nella speranza che queste ultime diventino in un futuro prossimo, preludio di altrettanto nette vittorie sportive.

(25 agosto 2005)