A questo punto Lubrano avrebbe detto, "una domanda sorge spontanea":è l'allenatore che in base alle catrattestiche dei giocatori deve approntare il modello di schema- tattico piu' a loro idoneo o sono i giocatori che si devono adattare alle scelte dell'allenatore?
E' mia modestissima opinione che a quadro tecnico completo, e possibilmente con gli opportuni correttivi della finestra di calciomercato, Sannino debba dismettere i panni di "restauratore" e vestire quelli di "sarto" e impegnarsi a fare un "taglio di vestito" su misura, in base alle caratteristiche del soggetto....
E perchè non un 4312 , in ogni caso non condivido la scelta obbligata del 442 imposta da Sannino, visto che il centrocampo a 3 mi pare il più adatto ai centrocampisti che abbiamo in organico, per attuare al meglio quello che vuole lui invece, a gennaio bisognerebbe riboluzionare la squadra, cedendo giocatori che con quello schema rischierebbero di giocare poco e niente, per sostituirli con altri più adatti, operazione che non mi pare sia nelle corde di questa società.
Condivido e aggiungo che il Catania nel caso l'allenatore optasse per il 4-4-2, schema che prevede l'inserimento di un nuovo esterno alto, correrebbe il rischio di spaccare lo spogliatoio o verosimilmente potrebbe turbare gli equilibri tattici in quanto uno tra Rosina e Martinho potrebbe essere di troppo, visto che finora non...si può giocare in dodici....
Oggi in questa condizione di emergenza questo schema è praticabile ma, per i motivi esposti sopra,potrebbe risultare una forzatura in quanto la squadra ha nel suo DNA tutti gli schemi fuorchè il 4-4-2 ...inutile gingillarsi, non si può snaturare un organico per piegarlo a un modello che non ha nulla a che vedere con la sua costituzione psicofisica.
Insisto nel sostenere che si deve intervenire nel reparto che oggi appare piu' vulnerabile e cioè la difesa, la cui malattia endemica è che ad ogni errore becca un gol. E' in questo reparto che si pongono le basi per fare risultato. Lo scorso anno le squadre che sono state promesse in serie A non annoveravano nei loro organici grandi predatori di area di rigore, discreti goleador ma nulla di trascendntale, ma con presupposti di difesa e centrocampo che offrivano ampie garanzie di meccanismi difensivi e poi di costruzione e di offesa...capocannonieri Pavoletti nel Varese (play out) e Mancosu nel Trapani...
Poi, diciamoci la verità, gli schemi e i numeri contano poco e si danno in pasto ai "giornalai" per farli lavorare, mentre i giochi si fanno in campo, luogo preposto e dove contano soprattutto la cura dei dettagli, i posizionaamenti,i movimenti, l'occupazione e lo sfuttamento degli spazi.