Le ultime volte in cui guardavo il Palermo e avevo la sensazione che non avrebbe mai più vinto una partita in campionato le ricordo, a più riprese, nell'ultimo periodo Ferrara e negli ultimi mesi di Sensi, guarda caso momenti storici in cui la società esisteva solo sulla carta, con il "pagnottone" per problemi economici e di incapacità, con lo "zio buono" per questioni di disinteresse.
Oggi vivo le stesse sensazioni di allora, vedo una squadra liquefatta, giocatori che oggi sono titolari e domani vanno in tribuna per poi ritornare titolari dopo un mese, un continuo rimescolare uomini e moduli, mai la stessa formazione due partite di seguito, una pochezza tecnica disarmante a centrocampo come in attacco, in difesa un regalo si fa sempre.
Manca anche oggi una società alle spalle, perchè Zamparini ha avuto la risibile presunzione di essere Dio, di potere fare a meno di tutti e di manovrare la sua creatura da duemila chilometri di distanza. Ha cercato di far credere che Delio Rossi fosse un allenatore di calcio soltanto grazie a lui e alla squadra che gli aveva messo a disposizione. Ha voluto mozzare con un colpo di mannaia l'entusiasmo creatosi per quella finale di coppa Italia, cambiando tutto, scambiando piedi e cervelli buoni per pupazzetti di playstation, ha preso un DS giovane convinto che fosse un signorsì e quando si è accorto che così non era l'ha spinto verso l'abbandono, ha preso un allenatore decente, Pioli, mortificandolo con continue richieste di difesa a tre, che non aveva mai fatto, ha promosso il tecnico della Primavera, che aveva riportato un minimo di entusiasmo, ma non è durato a lungo, ha riportato in pista un ex-allenatore di serie B, che sta facendo anche qui quello che aveva fatto negli ultimi cinque anni: accompagnare la squadra verso il fondo classifica.
Io e qualcun altro queste cose le avevamo dette a giugno: Rossi era il collante di una situazione già lo scorso anno precaria, smantellare la squadra e giochicchiare a fare Dio avrebbe potuto significare intraprendere un percorso disastroso.
Ora c'è da salvare il salvabile, non so come e non so nemmeno se è ancora possibile, ma che questa città si svegli e faccia capire al legittimo proprietario della squadra di calcio che Dio ha compiti diversi e più nobili e soprattutto non è friulano.