Autore Topic: Signore e signori, la commedia è finita  (Letto 1192 volte)

Offline Marco Tullio

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Signore e signori, la commedia è finita
« il: 01 Ottobre 2018, 01:48:55 pm »
Casorezzo (MI), 1 Ottobre 2018
Carissimi,
il tfn ha deciso che i ricorsi sono inammissibili "per carenza d'interesse delle ricorrenti" [sic!]; a parte l'evidente vacuità verbale, mi chiedo se fossero necessari tre mesi per arrivare a questa conclusione farsesca. Di sicuro, per quanto mi riguarda, non solo era già da un pezzo svanita la speranza, ma mi era anche passato il desiderio: la B è stata solo un'euforia di due mesi fa precisi, uno sbandierio tripudiante in Piazza Europa, la voglia di urlare che siamo ancora vivi dopo la legnata di tre anni. Non mi pento di avere esultato prima dell'ufficialità, semmai penso che Balata, Fabbricini, Malagò, Lotito, Cellino e personaggi consimili siano dei vivi apparenti, cioè che siano morti da tempo, ma non ne siano consapevoli. Loro non lo sanno, ma oggi è stato celebrato il loro funerale, perché questa sentenza è come la dichiarazione di morte redatta da un medico legale. Ecco perché puzzavano così tanto! A presto,
Marco Tullio
Nuovo Catania, nuovo nome

Offline vasco

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Re:Signore e signori, la commedia è finita
« Risposta #1 il: 01 Ottobre 2018, 02:11:40 pm »
Concordo, provo gli stessi sentimenti di schifo, caro Marco Tullio. Io non ho esultato in piazza Europa, mi ero ripromesso in modo ferreo di aspettare l'ufficialità, ma man mano è cresciuta l'attesa fondata sulle solide ragioni del diritto. Quelle stesse ragioni che oggi sono state cancellate dal tale giudice MASTROCOLA, un innovatore assoluto.Carenza di interesse dice: e chi doveva avere interesse a ricorrere, il salumiere di Mala-gò? Oppure il barista che ogni mattina gli serve il caffé?

La sostanza è che da oggi, dopo MASTROCOLA,  si può cambiare tutto in corsa, senza certezze: i criteri di ammissione ad un concorso ad esempio: 5 minuti prima di iniziare la prova. E i partecipanti dovranno stare zitti, perché l'interesse a ricorrere non è il loro, ma dell'orologiaio che gli ha venduto la patacca che portano al polso.